Comunicato stampa del 12 giugno

Leggiamo con rammarico le dichiarazioni, della giornata di ieri, di Marinella Lenzi, responsabile del percorso nascita dell’Ausl di Bologna, che annuncia l’aumento deciso degli aborti con la Ru486 sul territorio bolognese negli ultimi anni. La tendenza ha il plauso della consigliera comunale Pd Simona Lembi ed entrambi lamentano però il numero, pur in calo, ancora troppo alto di medici obiettori.
Interviene anche Corrado Melega, ex primario di Ginecologia al Maggiore, che auspica un costante incremento al ricordo dell’aborto farmacologico, chiedendo la somministrazione dalla settima alla nona settimana di gravidanza.
Fa poi eco la dichiarazione di Renato Seracchioli, direttore del reparto di Ginecologia del Sant’Orsola, che annuncia che dal prossimo settembre anche al policlinico di Bologna inizierà l’attività ambulatoriale di utilizzo della Ru486.
Corale è la costatazione del calo costante degli aborti.

Ci sembra doveroso, a questo punto, fare alcune veloci valutazioni.

La Ru486 è per lo meno eufemistico dichiararlo farmaco in quanto non cura nulla, visto che la gravidanza non è una malattia, ma sopprime bambini nel grembo materno. Non solo, ma è un dispositivo a due fasi, che espone la donna a gravi rischi per la sua salute fisica (la mortalità causata dalla Ru486 è estremamente superiore all’aborto chirurgico, come il rischio di emorragie e complicanze) e psicologica, a cominciare dal grande senso di colpa dovuto al fatto che la mamma farà tutto da sola. E’ lei stessa che ingoierà la pillola per spegnere la vita del bambino. E’ lei che dovrà vivere nell’attesa della sua espulsione. E’ lei che (come riportato dal British Medical Journal, nel 56% dei casi) vedrà l’embrione espulso, che ha già una fisionomia umana ben distinguibile. Per questo i sintomi della Sindrome Post Aborto si evidenzieranno verosimilmente fin da subito, con incubi, ricordi e pensieri intrusivi legati all’esperienza vissuta, compreso il rischio del tentativo di suicidio.

La soddisfazione per il calo degli aborti va purtroppo completamente stemperata ed è giustificata solo da un calo continuo e drammatico della natalità, della popolazione femminile in giovane età e dall’aumento sconsiderato della “contraccezione di emergenza” (le Norlevo ed Ellaone, le pillole ”del giorno dopo” e dei “cinque giorni dopo”) che sono in realtà, quando avviene il concepimento, aborti a tutti gli effetti nella prima fase di sviluppo della gravidanza.

Con amarezza costatiamo come i medici obiettori, coloro che in scienza e coerenza con la loro professionalità medica non intendono rendersi partecipi alla soppressione di un essere umano, siano considerati sempre un problema e mai una risorsa.

Come Movimento per la Vita di Bologna vogliamo ribadire semplicemente le verità biologiche e scientifiche riguardanti la vita nascente, oltre che poter testimoniare, con forza ed esperienza pluridecennale e sul campo, che un aborto evitato è sempre e comunque la scelta di gran lunga migliore: per il bambino a cui viene così riconosciuto l’imprescindibile diritto alla vita; per la donna che, specie se supportata, non potrà mai rimpiangere la vita umana accettata; ma anche per la nostra società tutta, che da una nascita in più piuttosto che in meno ha solo ed esclusivamente da guadagnare; specie in una epoca di crescita zero.. ormai sottozero.

Movimento per la Vita di Bologna – ODV

 

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